“Ubriachiamoci” di curve e tornanti
Ai giorni nostri quando si parla di Mugello si pensa al Circuito a Barberino (Fi). Non è solo questo, ma molto di più! Innanzitutto è una zona geografica ben definita che comprende la vallata del fiume Sieve e la catena montuosa che la circonda. Infatti si trovano numerosi passi appenninici, trai più famosi Passo della Raticosa, Futa e del Giogo (sono veramente tanti e tutti belli!). E poi fu un famosissimo circuito storico stradale che vide agguerritissime gare automobilistiche dal 1914 fino al 1970. (Quì di seguito è riportato il percorso storico del Mugello di 60 km circa. Potete farlo tranquillamente in aggiunta agli itinerari proposti.)
Le strade del Mugello seguono l’andamento delle vallate e dei crinali appenninici. Le carreggiate ricche di curve e tornanti rendono questi itinerari veramente spettacolari e godibilissimi per noi e le nostro moto (naturalmente usando la testa!). Tra le più note ricordiamo la SS 65 “della Futa”, la SS 64 “Porrettana”, la SR 325 “Val di Setta e Val di Bisenzio”. Non saprei dirvi quale sia la migliore. Tutte sono unite dalla stesso livello di piacevole “tortuosità”. Le valuterete voi!
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IND. STRADALI Mugello circuito storico (Google Maps)
IND. STRADALI 1° itinerario da 210 km (Google Maps)
IND. STRADALI 2° itinerario da 195 km (Google Maps)
1° Mugello – 210 km di curve.
SS65, P.so Raticosa e Futa…
Cimitero Militare Germanico della Futa. Gli appennini tosco-romagnoli del Mugello furono teatro di scontri durissimi durante la II guerra mondiale. Nei pressi del P.so della Futa si trova il cimitero tedesco più grande d’Italia realizzato dal Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge. Un ente privato sovvenzionato dalla Germania per le onoranze ai loro caduti di guerra. Secondo un trattato del 1955 l’Italia donò 12 ettari circa di rilievo montuoso ad uso perpetuo per la tumulazione germanica.
I lavori iniziarono nel 1961, fu inaugurato nel 1969. Accoglie 30.683 salme tedesche. Un muro di pietra arenaria grigia lungo due km circonda i sepolcri terminando in un imponente piramide. Quest’ultima avvolge il cortile d’onore sotto il quale si trova la cripta commemorativa. I sepolcri sono disposti su terrazze verdi a gradoni con sentieri e scalinate. Le 16.000 lastre di granito grigio sono raggruppate in 72 settori e su ciascuna sono incisi i nomi di due soldati. In prossimità dei percorsi sporgono dal muro perimetrale 67 croci di pietra.
…Suviana, Strada SS64 Porrettana…
Suviana. Il più grande lago artificiale della provincia formatosi a seguito della costruzione di una diga (1932) per una centrale idroelettrica (ancora esistente). Insieme al bacino del lago Brasimone (anch’esso artificiale) sono compresi nel Parco regionale dei laghi Suviana e Brasimone, un’area verde attrezzata che offre attività balneari e sport acquatici, luogo di villeggiatura durante i mesi estivi ed invernali. Infatti Suviana è una meta privilegiata dagli appassionati della tavola a vela, grazie alla presenza di un vento importante, e di quelli della canoa a remi, per la presenza del fiume Limetra (emissario del lago) con le sue discese impegnative tra le rapide.
Rocchetta Mattei. Situata su un’altura di 407 metri slm in località Savignano e costruita dal 1850 al 1959. E’ una rocca che mescola in modo eclettico ed esuberante tantissimi stili architettonici diversi. Fu la dimora del conte Cesare Mattei: letterato, politico e medico autodidatta fondatore di una scienza medica empirica, l’elettromeopatia. Volle condurre una vita da vero castellano medievale creandosi una corte con persino il buffone. Si racconta che ospitò persone illustri che venivano a sottoporsi alle sue cure, tra cui Ludovico III di Baviera e lo zar Alessandro II. Fu danneggiata durante la guerra e subì diversi passaggi di proprietà fino alla creazione di museo sul famoso conte ed ai lavori di ristrutturazione terminati nel 2015. E’ particolare. Diversa. Strana. Insomma, da vedere!
…e Museo Ducati.
A Borgo Panigale (Bo) si trova il Museo Ducati ed il suo stabilimento di produzione. Disposto su 6 sale, si rivive la storia della casa motociclistica dal 1926 (con la produzione di piccoli condensatori “Manens”) fino ai giorni nostri. Si possono contemplare le moto, gli spaccati dei motori, i prototipi ed i concept mai realizzati per il grande pubblico. Ci sono le testimonianze dei piloti che hanno cavalcato queste bestie rosse. E’ possibile visitare anche la produzione. Un esempio di efficienza e qualità. Finito la visita si può capire che i sogni si possono realizzare. Un accenno a Cucciolo, il primo prodotto motociclistico Ducati del 1946. Siamo nel Dopoguerra e decidono di applicare alla bicicletta un mini-motore di 48 cc che raggiunge i 50 km/ e consuma 1 litro di benzina ogni 100 km. Un successo planetario che arriva fino in America. Per chi volesse approfondire e conoscere “la mitica Valle dei Motori”, vi consiglio di guardare l’itinerario VIA EMILIA SS9.
2° Mugello – 195 km di curve.
Parco dei gessi, Castello di Zena e Monte delle Formiche…
Parco dei gessi. Tra i torrenti Savena, Zena, Idice e Quaderna. Un intrico di strade e sentieri che permettono di ammirare scenari di inaspettata bellezza. Rupi rocciose denudate su grandi conche come anfiteatri. Angoli inaccessibili che nascondono grotte tra cui quelle famosissime del Farneto e della Spipola. Dolci pendici coltivate a cornice dei luoghi aspri ed intatti. Durante le giornate limpide all’orizzonte appaiono le Alpi, un contrasto visivo irripetibile.
Nelle zone di affioramento dei gessi le sommità risaltano la luminosità madreperlacea dei sedimenti conferendogli il nome di sélenite (pietra lunare). Per la natura carsica del gesso, in queste aree si osservano doline, valli cieche, inghiottitoi, erosioni a candela. Il territorio è attraversato da complessi sistemi di acque sotterranee. A Croara, nella valle cieca dell’Acquafredda, il rio omonimo si inabissa per quasi tre chilometri. Rinomati e selvaggi gli affioramenti gessosi tra Zena e Idice, le grandi doline dell’lnferno e della Goibola, la bella valle di Ronzano chiusa da imponenti falesie.
Monte delle Formiche. Tra la valle dell’Idice e la Val di Zena del Mugello. Il nome deriva da un particolarissimo fenomeno naturale che si verifica ogni anno da tempo immemore. Ai primi di settembre numerosissimi sciami di formiche arrivano da tutta l’Europa. I maschi alati delle formiche, dopo l’accoppiamento, vengono a morire quì! Uno spettacolo unico e da brividi. Non è ancora stata appurata una spiegazione scientifica. Per la gente locale ha un valore spirituale legato alla Madonna, che viene festeggiata la prima settimana di settembre e culmina con l’antica Processione del Bosco. Durante la festa le formiche morte vengono raccolte e benedette. Poi vengono distribuite ai presenti come portafortuna. Oltre al panorama eccezionale la zona è interessante sia geologicamente, per la presenza di fossili marini, che dal punto di vista naturalistico (trekking, bici).
Storia e Leggenda
Castello di Zena. Eretto sotto l’impero matildico (X sec.), la sua posizione decentrata lo portò ad avere un’importanza minore e rimase un borgo fortificato. Per qualche secolo mantenne l’originaria funzione difensiva e offensiva e dal 600 cominciò la trasformazione in residenza. Le guerre, le successiva ricostruzioni ed il degrado ne hanno compromesso l’aspetto originario, ciò nonostante conserva ancora dignità e bellezza. Si narra di una nobile fanciulla chiamata Zenobia che viveva nel Castello. Promessa sposa ad un uomo che non amava, preferì morire lanciandosi da una rupe. La leggenda vuole che la torre da cui si lanciò assuma un colore rosso sangue in particolare date.
…P.so Raticosa e Futa, Suviana, Parco Abbazia di Monteveglio.
Parco regionale dell’ Abbazia di Monteveglio. Un’area naturale protetta istituita nel 1995 intorno all’abbazia eretta per celebrare la vittoria di Matilde di Canossa su Enrico IV nel 1092. Fu restaurata negli anni ’30 per ripristinare l’assetto romanico originario matildico. Curiosità: il campanile non ha fondamenta, ma appoggia su una delle absidi. Il parco (900 ha circa) è ricco di flora e fauna autoctona e offre itinerari a piedi molto gradevoli e rilassanti. Gelsi bianchi, vigneti, boschi e prati sono il paesaggio che circonda questo borgo antico che comprende altri edifici storici come l’oratorio di San Rocco, l’edificio di Santa Maria della Rondine la Chiesa di Santa Maria dell’Assunta.
Andiamo al tavola con il marrone del Mugello IGP
La coltivazione del marrone nel Mugello risale all’epoca romana ma si hanno documenti con riferimenti specifici solo dal Medioevo. Furono un’importante fonte alimentare e di reddito per le popolazioni locali fino agli anni 1950. Purtroppo lo spopolamento del territorio e la comparsa di una malattia che danneggiò seriamente i castagneti comportò una crisi profonda del settore. Solo dopo 30 anni iniziò una lenta e costante ripresa.
Il marrone del Mugello IGP (Indicazione Geografica Protetta dalla comunità europea) ha dimensioni medio-grosse con una base piatta e di colore più chiaro rispetto al resto, polpa bianca e croccante. Proviene da coltivazioni che non utilizzano fitofarmaci e fertilizzanti e per la conservazione nessun trattamenti chimici o additivi. La raccolta del frutto avviene generalmente a man nei mesi di ottobre e novembre. I castagneti sono ubicati nella fascia altimetrica che va dai 300 ai 900 m slm. e risultano abbastanza diffusi nei comuni del Mugello. La qualità e la notorietà raggiunge il massimo con il “Marron Buono di Marradi”.
In cucina ci si può solo sbizzarrire
Le ricette che includono questo particolare frutto sono tante e tutte buonissime (ovviamente!). Tra le più famose e tipiche vi consigliamo di mangiare la torta di marroni o castagnaccio che possiede il record della ricetta con più variante e personalizzazioni (variano da paese a paese), il budino con mandorle e frutta candita ed il Montebianco, composto da castagne fresche lessate e poi stufate nel latte. Sono leccornie da provare! Non bisogna dimenticarsi le castagne arrostite e mangiate accompagnandole da buon vino e tante chiacchiere fra amici.