Dolomiti mon amour!
Due settimane fa volevamo andare in Trentino (Sellaronda) ed in Veneto (Passo Giau) ma il tempo poco promettente ci aveva fatto desistere ed avevamo optato per il Passo Crocedomini (vedi itinerario “Un Sabato al Fresco”). L’alternativa “stare a casa” non era stata neppure presa in considerazione. Da bravi abbiamo aspettato di avere previsioni meteo abbastanza buone, i nonni a disposizione e siamo partiti per le amate Dolomiti!
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Passo Giau arriviamooo!
Ore 5.30 siamo già in moto! Mi piace moltissimo partire all’alba mentre tutti dormono. La strada è solo nostra. Il paesaggio appare diverso coi primi raggi del sole. Possiamo macinare km al fresco. Quasi in relax. La nostra meta principale è il Passo Giau (m 2.236 slm), in provincia di Belluno. Un po’ decentrato rispetto agli altri passi dolomitici e per noi il più lontano da raggiungere. Ma sappiamo che il panorama in cima al Passo vale ogni km percorso.
Naturalmente evitiamo l’autostrada. Del tutto. Solo strada normale partendo dalla cara Val d’Adige, riva destra. Dopo Trento saliamo a Lavis ed imbocchiamo la Val di Cembra. Strada ampia. Curve morbide e larghe. Paesaggio verde vigneto. Aria frizzantina. Una goduria. (Credo anche per la moto!)
Arriviamo in Val di Fiemme. Sosta a Predazzo per fare colazione. Sono le 8.20, e ci sono solo 10 gradi. Possiamo goderci una bella sosta. Riprendiamo il viaggio ed iniziano i tornanti. Cominciamo col Passo San Pellegrino (m. 1.918 slm). Bello e piacevole. Giù fino a Falcade e l’Agordino. Mi fermerei in tutti i paesini per passeggiare lungo le stradine e conoscerli uno per uno. Ma non si può. (Magari nella prossima vita!)
Prima di Cencenighe giriamo a sinistra per Alleghe seguendo le anse del torrente Cordevole ed il bellissimo lago. Paesaggi incantevoli. A Caprile si sale ancora. E ancora. Fino al Passo Giau che si apre ai nostri occhi in tutta la sua bellezza. Rimaniamo quasi mezz’ora a respirare l’aria leggera. Fare foto. Guardare i nostri colleghi motociclisti che come noi sono venuti fin quassù. Stupendo!
Passo Giau fatto, ora tocca al Sellaronda!
Riprendiamo il viaggio, tanti km ci aspettano e tanti passi dolomitici. Scendiamo verso Cortina d’Ampezzo e risaliamo per il Passo di Falzarego (m. 2.117 slm), incantevole valico montano vicino il confine con il Trentino. Sono quasi le 11 ed il traffico aumenta.
Devo ammettere che le strade sono abbastanza sgombre e rimarranno così tutto il giorno. Eravamo in pensiero dato l’imminente esodo vacanziero, ma la partenza quasi notturna ci ha evitato tanti disagi. Visto che siamo in perfetto orario decidiamo di fare quasi tutto il Sellaronda, eccetto il Pordoi in quanto arriviamo dalle Alpi bellunesi.
Piccolo inconveniente!
Iniziamo con Passo di Campolongo (m. 1.875 slm). Solo foto di rito. Claudio parte subito. Io accendo la moto ed accelero per partire e raggiungerlo. Ma il motore si spegne. Uffa. Avrò dimenticato giù il cavalletto. Controllo: no. Riaccendo e provo a ripartire. Niente. Si spegne ancora. Ri-Uffa. Ricontrollo e vedo lo spinotto sinistro del corpo farfallato staccato (il termine tecnico me l’ha detto Claudio dopo). Lo riattacco e la moto riparte benissimo. Evviva! Per fortuna è stato solo un piccolo inghippo. Dopo qualche km mi sono ricongiunta con Claudio, che sono certa nel mentre avrà pensato: “guarda il panorama e non viene mai avanti!”
Riprendiamo il viaggio!
E via ancora per tornanti. Arriviamo al Passo Gardena (m. 2.121 slm) con sosta e camminata dietro al rifugio per ammirare il panorama. E ci sta pure un selfie sorridente!
Si scende e si risale per il Passo Sella (m. 2.218 slm) dove scopriamo che il parcheggio davanti al Ristorante “Al Sella” è suddiviso in vari settori con i cartelli delle marche di moto. Bella idea dico all’inizio. Poi scopro con rammarico che ci sono tutti i nomi eccetto Aprilia, marchio italianissimo e mi chiedo il perché di questo. Dimenticanza o altro? Mah.
Si comincia a sentire un certo languorino e decidiamo di fermarci mentre scendiamo a Canazei e precisamente al Ristorante “Pian Schiavaneis” per un buon pranzo rigorosamente a base di specialità locali.
Ci serve una pennichella.
Ritorniamo per la Val di Fassa e Val di Fiemme. Sono le 14.30 ed iniziamo ad accusare la stanchezza. Sono 9 ore che siamo in sella ed il fisico ci avvisa che magari una pausa sonnellino ci sta alla grande! Visto che la zona la conosco bene (vacanze di gioventù coi genitori) decidiamo di fermarci in località Cascata di Cavalese. Un bel prato verde immerso nella tranquillità ci aspetta!
Dopo un’oretta si riparte. A Molina di Fiemme prendiamo la strada per la Valfloriana. Scendiamo a Trento e via per la Val d’Adige. Per un attimo pensiamo di prendere l’autostrada ma il tabellone luminoso ci informa che ci sono code a tratti fino ad Affi. Meglio di no. Sosta rinfrescante al solito bar della Tenuta di San Leonardo lungo la Val d’Adige.
Alle 19.00 arriviamo a casa. 675 km. 100 tornanti (circa). 14 ore e mezza in moto. 6 passi dolomitici. 5 caffè. 4 pieni di benzina. 2 sorrisi sotto il casco. 1 piccolo contrattempo. Direi un ottimo bilancio.
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